Il
30 Settembre 2001 Mika Hakkinen ha messo a segno la ventesima e ultima vittoria
della sua brillate carriera; ad Indianapolis, a bordo di una Mclaren MP4-16 ha
battuto tutti, sbucando quasi dal nulla: nessuno avrebbe scommesso su questo
risultato, le caratteristiche del circuito sembravano favorevoli alla Ferrari e
alla Williams BMW, in casa McLaren non si pensava quindi che quello di
Indianapolis sarebbe stato un pomeriggio da ricordare; oltretutto il "Finlandese
Volante" aveva annunciato alcuni giorni prima che avrebbe preso un anno di pausa
...
Non si trattava un appuntamento atteso da Mika con
ansia: quando a Monza ha avuto l'incidente alla Lesmo (durante le qualifiche) ha
iniziato a pensare se fosse il caso di non correre le ultime gare, quasi il
botto di Monza fosse un campanello d'allarme; gli dispiaceva inoltre che non ci
sarebbe stato con lui il suo ingegnere di pista, Mark Slade, rimasto in
Inghilterra per stare accato alla compagnia in attesa. L'avrebbe sostituito Mark
Williams, una persona molto competente ma non sarebbe stata comunque la stessa
cosa ... oltretutto l'atmosfera che avrebbero trovato ad Indianapolis, dopo
quello che era accaduto a New York ... si può affermare che non si trattava del
GP a cui Mika e gli altri piloti avrebbero voluto partecipare ...
Questa di Indianapolis era l'ultima gara di Jo
Ramirez, coordinatore del team McLaren, quindi nel paddock l'atmosfera era quasi
da "ultimo giorno di scuola"; era uno splendido pomeriggio, dove quelli che non
sarebbero andati in Giappone facevano a gara per avere una foto assieme a Mika.
Il Venerdì, dopo le libere Mika ha avuto buone e
cattive notizie: era il più veloce, la macchina era ben bilanciata ma aveva
grossi problemi di blistering sulle Bridgestone posteriori, la mescola più dura
sembrava la meno stabile; insieme ai suoi ingegneri ha osservato i dati della
telemetria e ha optato per la mescola più morbida, anche una volta individuati i
punti del circuito dove avrebbe potuto risparmiare i pneumatici dosando al
meglio l'accelleratore o convivendo con un po' più di sottosterzo.
Il Sabato in qualifica è quasi riuscito a dare la
zampata vincente, e si è ritrovato in prima fila a 0"2 da Michael Shumacher, che
era invece sulle Bridgestone dure; il fatto di partire davanti lo rendeva
ovviamente molto felice.
Il giorno dopo il warm-up si è svolto regolarmente
sino a quando il BMW di Montoya non ha inondato la pista d'olio ... la sessione
è stata interrotta per 10'; quando è ripartito ha lasciato sulla sua destra una
fila di monoposto ferme, convinto che dovessero provare una partenza, ma così
non ha visto il semaforo rosso.
La macchina era perfetta, eveva più carburante del
compagno di squadra, ma comunque si sentiva molto veloce; poi, senza nessuna
avvisaglia, all'ingresso di una curva gli anteriori si sono bloccati: ha cercato
di riprendere il controllo, senza riuscirci, e la macchina ha sbattuto contro le
barriere di protezione.
Così si è ritrovato ai box assieme ai suoi
meccanici: il telaio è risultato perfetto, nonostante l'incidente, così la
monoposto è stata riassemblata in fretta dai suoi ragazzi; poco dopo ha avuto
comuncazione della penalità inflittagli dai commissari, che non stettero a
sentire le sue spiegazioni: era uscito dalla pit lane con il rosso, avrebbe
quindi preso il via con il suo secondo miglior tempo, ovvero dalla quarta
piazza.
Si arriva così al via: dopo una partenza regolare
si è concentrato per percorrere il primi giri come stabilito: dosava
l'accelleratore, senza strafare in modo da risparmiare più a lungo possibile i
pneumatici posteriori. Ferrari e Williams intanto erano sempre in vista, non
stavano prendendo il largo.
Ralf Shumacher si è fermato presto per il pitstop,
Barrichello poco dopo; Montoya, che aveva appena superato Shumacher, ha
parcheggiato la monoposto lungo il rettilineo nel 38° giro.
Michael è rientrato, lasciando a Mika il comando;
aveva ancora carburante per alcuni giri e i pneumatici ancora perfetti: ha
letteralmente volato prima del pitstop, sfruttando al massimo le Bridgestone,
accuratamente preservate nella prima parte di gara, guadagnando così un margine
sufficiente su Michael Shumacher.
A questo punto Rubens era di nuovo al comando, ma
doveva effettuare una nuova sosta; una volta effettuata è rientrato a 5" da Mika
mentre Michael, terzo, sembrava innoquo: forse la scelta delle Bridgestone più
dure si stava rivelando un errore ...
Mika ha guidato con la massima cautela possibile,
cercando di non commettere errori, mentre il vantaggio su Rubens si riduceva a
2"; si aspettava dei giri piuttosto tirati, conscio della necessità di
concentrarsi al massimo, ma ad un certo punto Rubens è sparito dai suoi
specchietti.
Dai box è stato avvertito via radio che Rubens si
era ritirato per un problema al motore, ed è stato invitato a rallentare,
consiglio che lui ha puntualmente seguito ...
Dopo aver tagliato il traguardo Michael l'ha
affiancato e l'ha applaudito; lui ha portato le mani al cielo: quel che si dice
una condotta di gara perfetta ...