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I miti della Formula 1.

I personaggi:

Andretti M.
Ascari A.
Clark J.
Dennis R.
Fangio J.M.
Ferrari E.
Forghieri M.
Hamilton L.
Hill G.
Lauda N.
Lotus
Mansell N.
Moss S.
Patrese R.
Peterson R.
Piquet N.
Prost A.
Raikkonen K.
Rindt J.
Schumacher M.
Senna A.
Stewart J.
Villeneuve G.
Williams F.

I team storici:

Alfa Romeo
B.R.M.
Brabham
Tyrrell

 Mario Andretti Il nome Mario Andretti è sempre stato sinonimo di velocità.Nasce in Italia ma si trasferisce negli Stati Uniti dopo la guerra. Inizia a gareggiare nel 1959, vince tutto:500 miglia di Indianapolis, 24 ore di Daytona e mondiale formula 1.Per ben 35 anni è stato protagonista delle corse intorno al mondo e l'ultima gara la vince nel 1993 a 53 anni!!

 Alberto Ascari Alberto Ascari era nato a Milano il 13 Luglio 1918. Suo padre Antonio era stato il più grande pilota italiano dei suoi tempi e aveva l'abitudine di portare spesso suo figlio con sé alle corse cui partecipava. Il desiderio di Alberto fu quello di diventare un pilota di macchine da corsa proprio come il padre.Ci riuscì tanto da diventare, a sua volta, il più grande pilota italiano di sempre e l'ultimo vincitore di un mondiale per la nostra nazione.

 Jimmy Clark Jimmy Clark e la Lotus di Colin Chapman furono un binomio imbattibile. Perde due titoli all'ultimo giro dell'ultima gara nel '62 e nel '64.Se non fosse morto, molto probabilmente le vittorie e i titoli, sarebbero di più.Dopo tre tentativi, riuscì a vincere la 500 miglia di Indianapolis, sempre guidando una Lotus.Era considerato il più grande talento naturale ma la sua carriera fu breve.Perde la vita sul circuito di Hockenheim durante una gara di formula 2.

dennis Ron Dennis abbandonò gli studi a 16 anni per andare a lavorare come apprendista meccanico nelle officine Thompson & Taylor e nel 1969 ne divenne il capo meccanico della Brabham. Nel 1973 fondò una propria squadra insieme a Neil Trundle, la Rondel Racing, con cui vinse alcune gare del campionato di Formula 2 e, nel 1981, rileva il team McLaren coronando il sogno di dirigere una squadra di F.1.

Più che i cinque titoli vinti, la cosa che impressiona di più è il rapporto fra gran premi disputati e quelli vinti:25 su 51.Juan Manuel Fangio è famoso anche per le sue vittorie rocambolesche ed il suo record di primi posti, con partenza dall’ultima posizione, probabilmente non sarà mai eguagliato.

Enzo Ferrari Enzo Ferrari il fondatore della scuderia che porta il suo nome, morì nel 1988 all'età di 90 anni ma la sua leggenda vive ancora.E' riuscito a fare della sua scuderia, un mito.Se la Ferrari non vince un mondiale da dieci, venti o trent'anni, non importa, gli autodromi saranno sempre pieni di bandiere col cavallino rampante sventolate da uomini di tutte le nazioni.Questo è il grande miracolo fatto da Enzo Ferrari.

Mauro Forghieri era soprannominato "Furia" per le sue mitiche arrabbiature famose in tutto l'ambiente ed era l'unico che poteva permettersi di farle al suo capo, Enzo Ferrari. E' stato l'ultimo ingegnere a progettare tutta la macchina dal motore, aerodinamica e telaio.

Lewis Carl Davidson Hamilton oltre ai titoli, le vittorie, le pole, a far capire perché è entrato nella storia basterebbe un giro di pista dei suoi. Quello di un artista.

Graham HillGraham Hill è un personaggio abbastanza anomalo nel mondo della Formula 1 dal momento che arriva tardi alle gare automobilistiche, la prima volta che guida una macchina è all’età di 24 anni.Si è sempre distinto per la sua classe dentro e fuori dalle piste.L'ultima gara la disputa nel 1975 all'età di 46 anni.Nel novembre di quell'anno morirà in un incidente aereo.

Niki LaudaSono state scritte milioni di parole sul mondo della F.1 ma trovare quelle adatte per descrivere Niki Lauda  è difficile.Inespressivo, in apparenza, perfino prima del suo incidente al Nurburgring, Lauda ha tuttavia la personalità e la forza teutonica di chi vuole arrivare all'obbiettivo prefissato tanto che, fra il '75 e il '84, vince tre titoli mondiali di F.1 e ha successo negli affari fondando una compagnia aerea.Per il suo modo di guidare e per la sua personalità, si è costruito un posto speciale nella storia di questo sport.

Da oscuro gregario a campione acclamato. Non era un grande tattico, non avevo la visione di gara di un Lauda o di un Prost né il perfezionismo di Senna: il suo obbiettivo era l’avversario da sconfiggere, a colpi di giri veloci. Nigel Mansell è stato l'esempio di combattività assoluta e, per questo, venne soprannominato "il Leone".

 Stirling MossStirling Moss sarà sempre conosciuto come il pilota più grande che non ha vinto il campionato del mondo.Fra il 1955 e il 1961, si classificò quattro volte secondo e tre volte terzo.Ma la grandezza di un uomo non si misura con gli allori ma dal rispetto e dall'onestà.In questo Moss è stato campione molte volte.Leggendaria la sua corsa alla Mille Miglia del 1955.

PatreseRiccardo Patrese è stato uno dei migliori e più sottovalutati piloti italiani degli ultimi anni.Con 256 presenze, è il decano di tutti i piloti della Formula 1.Ha corso con tre generazioni di piloti, da Fittipaldi a Schumacher, ha guidato per le squadre di serie B e per i top team, distinguendosi sempre per tenacia, velocità e sfortuna. Ha conosciuto la delusione delle promesse non mantenute e l'euforia della vittoria, la crudeltà dei colleghi, il rispetto e la stima dei top manager.

Ronnie PetersonRonnie Peterson è stato un pilota sfortunato e, spesso, incompreso.E' stato il pilota che mi ha fatto nascere la passione per la F.1.Era il 1974 stavo guardando il G.P. di Monaco.Ronnie guidava una Lotus nera e compì un testacoda al sesto giro.Fece una rimonta entusiasmante, in venti giri, superò dieci vetture e vinse la gara.Una cosa inimmaginabile nella F.1 moderna.Il modo in cui affrontava la leggendaria curva Woodcote, a Silverstone, sempre al limite e in controsterzo, rimane come esempio di bravura e talento.Quelli che lo hanno conosciuto e visto correre, sanno che aveva qualcosa di magico.

Uno dei protagonisti di una stagione ricca di talenti per la F.1, è Nelson Piquet.Astuto e scanzonato, risultava spesso più redditizio di piloti più veloci come Prost, Senna e Mansell.Con loro ha dominato la scena della F.1 negli anni '80 e inizio '90.La conquista di tre mondiali e 23 vittorie, lo iscrivono di diritto fra i miti della F.1.

  Alain ProstAlain Prost " il professore " vinse 4 mondiali ma potevano essere di più.All'inizio della carriera era molto veloce ma ragionava poco.Nel 1983 e 1984 perse il titolo nell'ultima gara malgrado avesse dimostrato di essere il più veloce.La coabitazione con Lauda, alla McLaren, fu quello che ci voleva e da allora imparò a gestire le gare ed i titoli arrivarono.Si ritirò alla fine del 1993 perchè giudicava le vetture molto pericolose.

 Jochen RindtNon dice nulla, ma lo hanno amato per questo. Kimi Raikkonen è uno dei piloti più enigmatici e affascinanti di sempre. Ci vorrebbe un romanzo per raccontare la sua vita, oltre la pista soprattutto, per entrare nella sua dimensione. Più che per i risultati, entra fra i miti proprio per il suo modo di fare. Abituato a liquidare le domande dei giornalisti con frasi di cinque parole. Risposte che non lasciano scampo. Del tipo: «Quando il semaforo diventa verde devi partire». Al 2021 è l'ultimo campione del mondo con la Ferrari (2007).

Jochen RindtUn'infanzia difficile, trascorsa coi nonni, vittorie in tutte le categorie ma difficoltà ad emergere nella massima formula.Quando le condizioni per vincere si concretizzano, il destino lo porta via. Rindt era un pilota velocissimo, protagonista di una corsa leggendaria a Monaco nel 1970 dove è autore di una rimonta strepitosa ai danni di Jack Brabham che raggiunge e supera all'ultimo giro. E' stato campione del mondo postumo proprio quell'anno.

 Michael SchumacherMichael Schumacher si è ritirato alla fine del 2006 come vice campione e ancora in grado di incrementare il suo palmares. Con sette titoli mondiali e i record che ha stabilito, entra di diritto fra i miti della formula 1.E' il pilota che meglio di tutti ha saputo interpretare le esigenze della formula 1 del nuovo millennio fatta di elettronica, strategia di gara e preparazione fisica.Il suo punto di forza è il saper mantenere un ritmo costante dal primo all'ultimo giro di gara, il punto debole è il carattere e la propensione a commettere qualche scorrettezza di troppo.

 Ayrton SennaDurante un'intervista, il grande Stirlig Moss disse:"Ayrton Senna è il pilota più grande che io abbia mai visto, l'unico in grado di competere con Fangio e Clark.".La vista del suo casco giallo, incuteva timore e rispetto da parte dei suoi colleghi.Le sue battaglie contro Prost, ricordano gli epici combattimenti fra Frazer e Alì;una lotta senza quartiere.

 Jackie StewartJackie Stewart fu il primo pilota dell'era moderna, il primo ad occuparsi seriamente di sicurezza e anche il primo pilota che capì quale bussines poteva essere la F.1.Prima di lui i piloti non guadagnavano molto e gli sponsor erano rari.Oltre a questo, è stato un pilota veloce che sapeva tenere un ritmo di gara capace di stroncare la resistenza degli avversari.Si ritirò alla vigilia del centesimo gran premio;il giorno prima era morto il suo compagno di squadra Cevert.

Gilles VilleneuveGilles Villeneuve ha trascorso tutta la carriera in Formula 1 con la Ferrari.Solo la gara del debutto la disputò con una McLaren privata, vecchia di due anni, al G.P. di Gran Bretagna nel 1977 e si classificò decimo in prova stupendo tutti.E' stato il pilota più popolare che la Ferrari non abbia mai avuto rischiando di offuscarne il mito.Il suo unico scopo era di andare il più veloce possibile col mezzo a disposizione e, spesso, anche più del possibile.Questo mandava in visibilio le folle e si era meritato il soprannome di "Aviatore", soprannome confermato anche dal suo ultimo tragico e spettacolare volo.

Frank WilliamsNel 1967 Frank Williams, allora giovane e poco promettente pilota di Formula 3 disse: "Come pilota ho visto che non valgo molto.Voglio dirigere una mia squadra e portarla alla vittoria. Il mio sogno è diventare come Ferrari, un costruttore che vince".
C'è riuscito....

 

 

 


Senna

Ayrton Senna Forever Un tributo al più grande pilota di tutti i tempi.



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Salviamo i Bambini

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Aggiornato il: 19-dic-2023