| on una splendida doppietta, maturata al termine di una gara un po' noiosa in 
	pista ma tesissima dal punto di vista dei nervi e degli equilibri tra i 
	piloti, la Ferrari risponde alla Mercedes inviando un messaggio chiaro: 
	"Combatteremo fino alla fine". Come si diceva la gara non ha offerto molti spunti di cronaca. Di fatto 
	si è chiusa alla partenza. Che, per i ferraristi, è stata perfetta: non solo 
	tecnicamente, ma anche strategicamente, con Raikkonen che ha chiuso la 
	strada a chiunque da dietro potesse infastidire Vettel (leader mondiale, 
	oggi a +14 rispetto ad Hamilton), e con il tedesco a guadagnare quel tanto 
	di margine che gli potesse garantire due ore di serenità relativa, lì 
	davanti. Il resto è stato una processione verso la bandiera a scacchi. Una processione in realtà più turbolenta di 
	quanto non si possa immaginare: Vettel ha infatti dovuto guidare per tutti e 
	70 i giri evitando i cordoli per via di un problema allo sterzo ("che tirava 
	verso sinistra", ha spiegato via radio ai suoi ingegneri), e forse non 
	sarebbe finita così se alle sue spalle Raikkonen, molto più veloce di lui, 
	non lo avesse difeso dalle aggressioni prima di Valtteri Bottas e poi di 
	Lewis Hamilton le cui Mercedes, nella seconda parte della gara, andavano 
	decisamente più forte. Alla fine si può dire che 
	è stata la gara degli ordini di scuderia. Quello della Mercedes, che ha 
	costretto Bottas a lasciar passare Hamilton per dare modo all'inglese di 
	provarle tutte per arrivare almeno secondo e limitare dunque i danni in 
	classifica generale; e quello della Ferrari che ha impedito a Raikkonen di 
	sorpassare Vettel (poteva farlo comodamente rimanendo fuori un paio di giri 
	in più con le gomme rosse, quelle più veloci).Entrambi i secondi piloti, da dire, in scadenza di contratto, sono stati 
	ligi al loro dovere. Ed entrambi sono stati ripagati. Bottas si è visto 
	restituire da Hamilton la posizione, è successo proprio negli ultimi metri, 
	quando l'inglese ha capito che non ce n'era, e che avrebbe potuto provare 
	qualsiasi mossa ma Raikkonen, lì davanti a lui, era un muro. E Raikkonen - 
	invero più riottoso di Bottas ad accettare il diktat del team - ha ricevuto 
	di persona i complimenti di Sergio Marchionne, "una felicità enorme", 
	accorso proprio questa mattina nel paddock ungherese. In fase di trattativa 
	per i rinnovi dei contratti (entrambi in scadenza) una simile dimostrazione 
	di attaccamento all'azienda era proprio quello che ci voleva.
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