PROVE
Il tremendo caldo della Malesia (35 gradi nell'aria e 53 sull'asfalto) non
ha cambiato le gerarchie: davanti a tutti c'è ancora la Ferrari. E c'è
soprattutto un Michael Schumacher in grandissima forma. Il tedesco ha
pennellato un giro splendido e oggi ha centrato la pole position del GP
della Malesia, la n. 57 della carriera con record della pista. Merito della
micidiale stabilità della F2004, ma soprattutto della sua guida visto che
l'altra Ferrari di Rubens Barrichello è in terza posizione staccata di oltre
sei decimi. Tra le due rosse si è inserita la Jaguar di Mark Webber. E non è
una sorpresa. Innanzitutto perché soprattutto nel finale si è visto come le
gomme Michelin rendano meglio della Bridgestone. E poi perché questo ragazzo
australiano è ormai una grande realtà: ha girato sui tempi dei migliori ed è
sempre più difficile pensare che l'anno prossimo non lo vedremo su una
macchina di vertice. Al compagno di marca Klien, tanto per dire, ha rifilato
1"5.
In seconda fila la Williams di un consistente Juan Pablo Montoya. Il
colombiano ha effettuato un giro pulito ed è sembrato aver imbarcato anche
una buona quantità di benzina in vista della gara. Dietro di lui la McLaren
di Kimi Raikkonen che dopo il miglior tempo di ieri aveva giustamente deciso
di aspettare per dare giudizi. Le Frecce d'argento (Coulthard è nono) devono
ancora migliorare. La delusione della giornata è senza dubbio targata
Renault. Fernando Alonso e Jarno Trulli non hanno ripetuto la prima fila
dell'anno scorso e malgrado ottimi tempi delle libere hanno tradito nel
momento della verità. Jarno ha segnato solo l'ottavo tempo, lo spagnolo (che
ha girato con la R24 listata a lutto per le stragi di Madrid) è andato in
testacoda e partirà ultimo. Una brutta giornata anche perché le Renault
hanno dimostrato di andar forte. Settimo tempo per l'altra Williams di Ralf
Schumacher.
Qualifiche in difesa per Gianmaria Bruni e Giorgio Pantano. Il romano della
Minardi ha chiuso 16° ma si accontenta di essersi messo alle spalle una
Jordan (proprio quella di Pantano). Nel finale di giro Bruni ha commesso un
piccolo errore che lo ha un po' penalizzato ma alla fine era tutto sommato
soddisfatto. Il padovano ha invece dovuto rinunciare al giro di prequalifica
per un problema al cambio e alla frizione e nel giro buono è uscito per
primo pieno di benzina in vista della gara. Il suo 18° tempo si spiega così.
In ogni caso c'è chi ha fatto peggio: come Alonso anche il giapponese Takuma
Sato partirà dall'ultima fila per essere andato in testacoda nella sabbia
con la sua Bar. Bar che con il sesto tempo di Jenson Button ha confermato
l'ottimo inizio di stagione. Ha deluso ancora la Toyota: Da Matta è 11°,
Panis 14°.
GARA
Un pilota che guida da maestro, la macchina più forte, un team che non
lascia nulla al caso. Così Michael Schumacher e la Ferrari hanno dato oggi a
Sepang l'ennesima lezione di superiorità tecnica al mondo
dell'automobilismo. Non una dimostrazione di forza mostruosa come a
Melbourne perché la vittoria nel GP della Malesia è arrivata ai danni di un
Juan Pablo Montoya che con la sua Williams ha lottato fino alla fine per
contenere il divario e mettere pressione al sei volte iridato. Ma nel
bilancio complessivo del GP non ci sono storie: il successo di Schumi non è
mai stato in discussione. L'altro team felice della giornata è la Bar:
Jenson Button ha conquistato il suo primo podio della carriera. Solo quarto
Rubens Barrichello con l'altra Ferrari davanti a un combattivo Jarno Trulli
con la Renault. A punti anche Coulthard (McLaren), Alonso (Renault) e Massa
(Sauber).
La Ferrari ha dunque superato con autorità lo scoglio Malesia. Alla vigilia
c'era preoccupazione per il caldo, ma oggi è filato tutto per il verso
giusto. Al via qualche gocciolina di pioggia e il meteo nuvoloso hanno
tenuto più basse le temperature e così Schumi ha combattuto con un rivale in
meno. Scattato in testa, non ha mollato il comando e ha gestito la corsa e
la sua macchina come un professore. Non si è mai avuta l'impressione di un
calo nelle prestazioni, nemmeno quando tra il 30° e il 37° giro Montoya si è
portato a 3"7. Dopo i tre pit-stop Michael è sempre stato comodamente
davanti. E alla fine ha potuto fare il direttore d'orchestra anche sul
gradino più alto del podio, all'inno di Mameli. Due vittorie su due gare,
punteggio pieno e forma fisica stellare sua e della macchina. Meglio di così
non sarebbe potuta andare.
Gli avversari hanno fatto quello che hanno potuto e i più, bisogna dire, con
onore. Detto di un consistente Montoya (otto punti sono preziosissimi in
vista di tempi migliori, ammesso che arrivino) al via è svanito subito il
sogno di Mark Webber, praticamente rimasto fermo con la sua Jaguar dalla
prima fila. Dopo una penalità l'australiano si ritirerà poi per un'uscita di
pista. Davvero un GP da dimenticare. Button ha disputato una corsa
bellissima e la Bar (malgrado la rottura del motore di Sato) è una monoposto
sempre più da tenere d'occhio. Barrichello ha compromesso la sua gara nei
primi giri con un errore e poi non ha fatto molto di più. Bravo invece
Trulli a conquistare un bel quinto posto e lo stesso Alonso a finire a punti
dopo essere partito tra gli ultimi.
Chi ha deluso ancora è stata la McLaren. Il sesto posto di Coulthard e il
nuovo ritiro di Kimi Raikkonen, furibondo per la rottura del motore, sono un
segnale preoccupante. È andata malissimo anche a Ralf Schumacher, appiedato
dalla rottura del motore, e alla Toyota, ancora a bocca asciutta. Olivier
Panis ha pure platealmente mandato a quel paese gli uomini del muretto
nell'ultimo pit-stop: davvero una brutto clima nel team giapponese. I nostri
piloti hanno lottato tutti. Detto di Trulli, Giancarlo Fisichella ha chiuso
11°, Giorgio Pantano 13° e Gianmaria Bruni 14°. Risultati anonimi ma che si
scontrano naturalmente con le difficoltà tecniche con cui devono fare i
conti. Per il momento l'Italia può assolutamente "accontentarsi" di una
Ferrari favolosa. |