Colpi di scena, sorpassi, motori che esplodono, fiamme ai box: chi si
aspettava un Gp di Ungheria noioso ha dovuto ricredersi. E, soprattutto
assistere a un incredibile ordine d'arrivo con Kovalainen che ha preceduto
sul traguardo Glock, Raikkonen, Alonso, Hamilton, Piquet, Trulli e Kubica.
Basterebbe solo leggere l'ordine d'arrivo per capire che è successo il
finimondo, ma la realtà come spesso succede nelle corse, supera la più
fervida fantasia.
Insomma, alla faccia della gara scontata e dall'annunciata cavalcata
solitaria di Hamilton, subito il Gp di Ungheria ha fatto scattare in piedi
sul divano milioni di telespettatori: Massa parte come un pazzo, spacca in
due il muro delle McLaren che si trova davanti e a ruote bloccate infila
all'esterno Hamilton. Del pilota che allo scorso Gp si è fatto passare senza
reagire non è rimasta nemmeno l'ombra.
Tanta rabbia si giustifica solo in un modo: il pilota brasiliano non ha
certo digerito le accuse che lo hanno travolto dopo aver lasciato strada ad
Hamilton senza opporre resistenza. Certo, Massa si era scusato denunciando
un problema di freni, ma visto i risultati conviene cominciare ad insultare
da subito il pilota brasiliano...
E siamo solo agli inizi, ma non della gara, dei colpi di scena: Hamilton
non riesce a tenere il ritmo di Massa, e rimane lì a distanza, quel tanto
che basta per non poter attaccare il ferrarista. Certo, la coppia di testa
fa subito il vuoto e il povero Kovalainen li vede scomparire all'orizzonte,
ma Massa domina. Quando ormai Hamilton sembra doversi accontentare di un
secondo posto, ecco il primo pazzesco imprevisto: Lewis al trentaquattresimo
giro buca una gomma, per estrema sfortuna proprio dopo essere passato
davanti alla pit lane. Così perde un sacco di tempo, torna ai box e riprende
la gara, ma Massa è volato via, ignaro a sua volta della jella che lo
attende al varco: a soli 12 km dalla bandiera a scacchi, con la vittoria in
tasca, gli esplode il motore nella più classica nube di fumo bianco. Addio
gara.
Per la Ferrari è una doccia gelata, che getta nello sconforto tutto il
team. Al punto che via radio parte subito un segnale per far rallentare
Raikkonen, in grande rimonta per attaccare Glock su Toyota e conquistare
così il secondo posto. Evidentemente il rischio rottura poteva esserci anche
per il motore di Raikkonen.
Una cosa comunque è chiara: il tracciato del Gp di Ungheria andrebbe
radicalmente cambiato. Nessuno lo dice (il circuito è di proprietà di
Ecclestone) ma tutti lo pensano perché nonostante i colpi di scena di oggi
su questa pista le prestazioni delle monoposto vengono clamorosamente
mortficate. Basta guardare la gara di Raikkonen: il campione del mondo ha
passato in pratica tutta la gara alle spalle di una macchina (la Renault di
Alonso) più lenta della sua Ferrari di 1 seconndo al giro. Ma non aveva
nessuna possibilità di sorpasso. Per avere un po di spettacolo, insomma, non
è giusto aspettare che la cattiva sorte si accanisca contro i piloti.
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