PROVE
Un Rubens Barrichello e una Ferrari più in forma che mai. In un fine
settimana per ora pressoché perfetto, il brasiliano ha confermato che
l'ottimo inizio nelle libere del GP degli Usa dominate ieri era un chiaro
segnale di forza e determinazione. Così oggi Rubens ha tolto la scena al suo
caposquadra Michael Schumacher e con un giro splendido lo ha bruciato e ha
conquistato la decima pole position della carriera. Una qualifica che mette
ancor di più il sigillo Ferrari su questa stagione: gli avversari sono stati
relegati nelle posizioni di rincalzo e rispetto alle recenti occasioni sono
apparsi ancor meno in condizione di impensierire il Cavallino. Le due Bar
sono in seconda fila con Takuma Sato e Jenson Button, le due Williams in
terza con Juan Montoya e Ralf Schumacher. Non pervenute le due Renault con
Fernando Alonso nono e Jarno Trulli ultimo, fermato dal cambio.
Al mattino si era già delineato un chiaro duello Ferrari-Bar. Nelle due
sessioni di prove libere i più veloci erano stati rispettivamente
Barrichello e Button con Schumi e Sato nei paraggi. E nelle prequalifiche
stesso andamento, col brasiliano e il giapponese davanti a tutti nella
classifica dei tempi, solo intervallati dalla Williams di Montoya, secondo.
Per Rubens un giro notevole col record della pista: il suo 1'09"454 è stata
la prima volta di un pilota sotto la barriera dell'1'10". In qualifica la
superiorità del Cavallino è stata anche più netta benché Rubens abbia
centrato la pole con 1'10"223. La conferma è arrivata dal secondo tempo di
Schumi, ottenuto con una chiara sbavatura nel giro veloce: c'è da pensare
che domani in gara le due rosse potranno fare quello che vorranno. L'onore
McLaren è stato difeso da Kimi Raikkonen con il settimo posto. Il migliore
degli italiani è stato Giancarlo Fisichella 14°, mentre Giorgio Pantano e
Gianmaria Bruni sono 17° e 18°.
GARA
Ritiri, incidenti, macchine ferme in griglia, squalifiche. Tanta
confusione ma alla fine le uniche certezze della F.1 sono sempre Michael
Schumacher e la Ferrari. Il tedesco ha infatti vinto oggi a Indianapolis un
GP degli Usa a dir poco movimentato. L'ennesima netta affermazione lancia
Michael verso un nuovo titolo iridato e allontana di altre due lunghezze un
Rubens Barrichello che ha completato il trionfo del Cavallino con un bel
secondo posto. Sul podio anche la Bar di Takuma Sato davanti a Jarno Trulli,
Olivier Panis, Kimi Raikkonen, David Coulthard e alla Minardi di Zsolt
Baumgartner, per la prima volta a punti in carriera. Un dato significativo:
i primi otto citati sono anche gli unici a essere arrivati al traguardo.
Gran partenza delle due Ferrari seguite da un incredibile spunto di Fernando
Alonso. Lo spagnolo scattava dalla nona posizione, ma è riuscito ad
affiancarsi a Takuma Sato e a passarlo all'esterno della prima curva
trovandosi dietro alle due rosse. Dall'imbuto in fondo al rettilineo non
uscivano indenni in quattro: subito fuori per collisione Felipe Massa,
Cristian Klien, Gianmaria Bruni e Giorgio Pantano. Ingresso immediato della
Safety car e tutti in fila per due giri. Alla ripartenza Schumi ha
interrotto immediatamente la fuga del compagno di squadra sorpassandolo con
grande facilità in fondo al rettilineo. Nemmeno il tempo per le due rosse di
prendere il largo che al nono e decimo giro la gara si è ancora interrotta.
Prima è andato fuori Fernando Alonso: in fondo al rettilineo d'arrivo gli è
esplosa la gomma posteriore destra della sua Renault. Poi la grande paura
per Ralf Schumacher: il tedesco è andato a sbattere con la sua Williams in
uscita dalla curva parabolica che immette sul rettilineo. Gran colpo col
retrotreno e attimi di panico per le vetture che sopraggiungevano e lo hanno
evitato per poco. Ralf è rimasto incastrato nell'abitacolo, ma cosciente. Ci
sono però voluti circa 15 minuti perché il tedesco venisse estratto dalla
monoposto, bloccato sulla barella e portato al centro medico. Non ha
riportato fratture e per fortuna sta bene, ma è stato portato in ospedale
per accertamenti. Nel frattempo quasi tutti ne hanno approfittato per un
pit-stop anticipato tranne Sato, Button e Montoya. Nuova ripartenza al 20°
giro con la Ferrari di Schumi inseguita dalle due Bar, poi costrette a
fermarsi dopo sei tornate. Al 27° giro Button è però rientrato e si è
ritirato per un problema al cambio. Così, per via del concitatissimo inizio,
si è ritrovato in seconda posizione Montoya. Incredibile anche perché il
colombiano pochi istanti prima del via è corso ai box per prendere il
muletto lasciando la sua vettura ferma in griglia. Scattato dal fondo si è
ritrovato dietro a Schumi e lo ha inseguito fino al 35° giro quando è
rientrato per il suo primo pit-stop. Ma dopo la seconda sosta arriverà la
doccia fredda: per non aver tolto la vettura in tempo dalla griglia il
colombiano è stato squalificato: davvero discutibile la tardiva
comunicazione arrivata solo a 13 giri dalla fine…
Da metà gara si è comunque ricomposto il duo ferrarista con Barrichello a 13
secondi da Schumi e l'attenzione si è ridestata dopo le loro ultime due
soste. Al 50° giro Rubens è ripartito in scia a Michael e lo ha attaccato
subito. Per un pelo si è persino sfiorata la collisione. Ma proprio quando
si pensava a un duello vero, il brasiliano non ha più ritrovato il ritmo per
stare vicino al tedesco che ha così vinto la gara indisturbato. Bisogna
ammettere in apparenza meno agevolmente che in passato. Peccato per Jarno
Trulli che non è riuscito a difendere il podio dall'attacco di uno
scatenatissimo Sato. Gara amara anche per Giancarlo Fisichella che ha perso
la zona punti per un ritiro nel finale. Pazienza. Alla difesa dell'onore
italiano pensa sempre la Ferrari. |